II Domenica di Avvento (Anno A) (04/12/2016)
Vangelo: Mt 3,1-12
Oggi cerchiamo di mettere in luce la nostra vita, chiediamoci se è proprio vero che la nostra fiducia la riponiamo in Dio o se lo riconosciamo solo esteriormente, ma in realtà ci poggiamo sulle nostre sicurezze, sulle nostre capacità operative, sui nostri denari, sulla struttura a cui apparteniamo.
Il rischio è ritenere sufficienti la pratica religiosa e l’osservanza morale per giungere alla pienezza di vita a cui siamo chiamati.
La “conversione” consiste nel fatto che Dio c’entri con la nostra vita di tutti i giorni, Dio è quel principio, quella fonte, a cui ci abbeveriamo ogni giorno, cioè quella forza di vita a cui ci apriamo giorno dopo giorno, per cui avviene qualcosa nella nostra vita di gioioso o di doloroso e ci affidiamo a Lui, assumiamo un atteggiamento di ascolto, di attenzione, diamo fiducia. Sono atti concreti che ci sono richiesti. Non è il semplice pensare, è assumere un atteggiamento: “Io so che c’è un amore che mi avvolge, a cui posso aprirmi e che trasforma – a piccoli passi ma realmente – la vita, se mi apro, se mi affido”.
ISAIA 11,1-10