Il testamento del capitano Grandi


Agli amici di Politica segnaliamo un'iniziativa un po' diversa dalle solite, ma sicuramente interessante. Il 4 dicembre 2021 alle ore 15 il gruppo A. N. A. di Collegno comincia a festeggiare i cento anni di fondazione (1923) con uno spettacolo in ricordo del capitano Giuseppe Grandi e degli alpini partiti per la Russia dalla stazione di Collegno. Sarà presente Marco Dalla Torre, autore di un libro sulla storia del capitano: Il testamento del capitano Grandi. Vita breve di una leggenda degli Alpini. Edizioni Ares, Milano 2021.

Dalla Torre, milanese di origini trentine, autore di saggi su Clemente Re'bora, Antonia Pozzi e Tullio Gadenz, in un libro bello e commovente ripercorre la breve vita di Giuseppe Grandi, leggendario capitano degli alpini, morto a 29 anni nella campagna di Russia.
Grandi, nato a Limone Piemonte il 20 febbraio 1914, a sei anni si trasferì con la famiglia a Firenze. Nel 1934 e' ammesso alla Regia Accademia di Cavalleria e Fanteria di Modena; matura la scelta di entrare negli alpini e nell'ottobre del ‘37 e' destinato al 5° Reggimento Alpini e poi inquadrato nel Battaglione Tirano della Divisone Tridentina. Dopo l'ingresso dell'Italia in guerra partecipa alle operazioni sul fronte alpino contro la Francia. Ai primi di luglio del '42 e' destinato a comandare la 46° Compagnia del Tirano, all'alba del 21 luglio la partenza per la Russia.
Nella narrazione si inseriscono le citazioni dagli scrittori che hanno conosciuto il capitano Grandi: Mario Rigoni Stern, don Carlo Gnocchi, Giulio Bedeschi, Nuto Revelli; quest'ultimo lo chiama "il miglior comandante di uomini che abbia mai conosciuto" ed e' il principale testimone della sua storia poiche' faceva parte della stessa 46° Compagnia, di cui Grandi era comandante.
Giuseppe Grandi muore il 27 gennaio 1943, dopo essere stato ferito gravemente il giorno prima nella battaglia di Arnautowo, sulla slitta dove e' stato sistemato nella dolorosa marcia verso Nikolajewka.
Gli sarà conferita la Medaglia d'oro al valor militare. e' giusto ricordare oggi questo giovane uomo limpido, solare, coraggioso, che non viene meno fino all'ultimo al suo compito, guidare i suoi alpini.
(a cura di Gianna Montanari)



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