HAMAS - Approfondimento


*Il Movimento di resistenza islamica, il cui acronimo è HAMAS, “ fa parte di un'alleanza regionale che comprende l'Iran, la Siria e il gruppo islamista sciita Hezbollah in Libano, tutti contrari alla politica statunitense in Medio Oriente e a Israele”. Costituitosi nel 1987, dopo lo scoppio della prima Intifada di cui accennerò poco oltre, nella sua carta, apparsa nel 1988  si pone “l'obiettivo della distruzione di Israele e l'istituzione di uno Stato islamico in Palestina”. Prima degli accordi di Oslo del 1993, - tanto richiamati in questi giorni e  mai effettivamente applicati, mentre i riconosciuti schieramenti governativi,  Israele e  l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), si stringono la mano  - Hamas in allora e anche negli anni a seguire, continua la sua opera con attentati terroristici un po' ovunque. “Nel 2006 conquista Gaza” e in seguito, rappresentando uno dei due principali partiti politici dei territori palestinesi, “vince le elezioni parlamentari, le ultime avvenute”. Dal 2007, dopo una breve guerra con il presidente Abbas, che è anche a capo dell'OLP e che stabilirà la sua base in Cisgiordania,  governa più di due milioni di palestinesi nella striscia di Gaza. Dopo quasi trent'anni dal 1988, nel 2017,  il Movimento  pubblica un nuovo documento “più moderato (in cui) accetta l'istituzione dello Stato palestinese provvisorio lungo il confine della ^Linea Verde^ stabilito prima della guerra dei 6 giorni”, “ma che comunque non riconosce Israele”.


Guerra e Intifada è il binomio che accompagna lunga la loro storia gli israeliani e gli arabi  Senza qui rinvangare la Storia secolare e biblica e il restante mondo, la nascita dello Stato di Israele ebbe vita, il 29 novembre 1947. La risoluzione delle Nazioni Unite, sotto mandato britannico e firmata in quella data, decretava due Stati, lo  Stato ebraico, nominato Israele e lo Stato arabo, Stato di Palestina. Con detta risoluzione si intendeva meglio chiarire, quanto, con la dissoluzione dell'impero Ottomano ( leggi  odierna Turchia), si era stabilito nel 1917 con la Dichiarazione di Balfour. In questa, le autorità britanniche  avevano  espresso l'intenzione di creare in Palestina un “ national home” ( focolare nazionale) che potesse dare asilo non solo ai pochi ebrei che già vi abitavano da secoli, ma anche ai restanti che erano dispersi nelle altre Nazioni”.  E' da rilevare che “il termine “national home” non richiamava direttamente la costituzione di uno Stato, ma si limitava ad adoperarsi al raggiungimento di tale scopo ^il focolare nazionale^ essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo stato politico degli ebrei nelle altre nazioni” ( Fonte: Istituto per gli Studi di Politica Internazionale ISPI). La Risoluzione del 1947 fu, invece, come si è visto e proprio per evitare ogni ambiguità, chiara e netta. “ La parte araba rifiutò di accettare quella spartizione… “ E il  giorno successivo alla proclamazione di Indipendenza di Israele (15 maggio 1948) gli eserciti di Egitto, Siria, Transgiordania, Iraq e Libano invasero il territorio ebraico” Gli arabi ebbero la peggio , perché malgrado “ le ancora deboli strutture del proprio esercito, Israele respinse  le forze nemiche e invase la penisola del Sinai”...“Gli israeliani sono “in maggioranza Ebrei, cioè membri del popolo ebraico e seguaci dell'ebraismo, inteso come fede e tradizioni”...tuttavia tra essi vi è “una minoranza di cittadini israeliani che non sono Ebrei e che è composta da arabi musulmani, cristiani e membri di etnie diverse”(Fonte Treccani.it).Tant'è che la capitale di Israele, Gerusalemme, che si trova nella Palestina centrale, ed è situata in una posizione favorevole per le comunicazioni, è la Città Santa delle tre religioni monoteiste, l'ebraica, la cristiana e la musulmana. Trascorrono otto anni dalla Prima guerra arabo-israeliana del '48 e nel '56, scoppia la guerra di Suez,  che, iniziata il 29 ottobre,  si conclude  il 7 novembre dello stesso anno  con il “ cessate il fuoco” imposto da U.S.A. e URSS. La presa di posizione delle due grandi potenze mondiali di allora,  “nei fatti sancisce la fine del colonialismo all'europea e  l'interventismo politico delle cancellerie del Vecchio Continente”. Che cosa era avvenuto? Negli anni successivi al 1948 si erano verificate tra Egitto e Israele, scontri e tensioni, culminate “nel raid di Gaza del 28 febbraio 1955, nel quale forze di difesa israeliane uccisero quaranta soldati egiziani”. L'azione diede il via alla sponsorizzazione “ di incursioni ufficiali di fedayyn e commando in Israele, in un circolo di violenze reciproche che si alimentò fino all'intervento franco-britannico”. Pochi giorni prima che avesse luogo il conflitto , in un incontro segreto, avvenuto il 22 ottobre a Sèvres, in Francia, una delegazione israeliana unitamente a quella francese e britannica formalizzarono “ un protocollo di attacco che prevedeva l'invasione israeliana del Sinai, l'occupazione da parte delle forze armate dello Stato ebraico della penisola e l'intervento sul Canale di paracadutisti francesi e britannici, formalmente chiamati a separare i due contendenti, ma di fatto decisi a annullare sul campo la decisione di Nasser” . In precedenza il capo dell'Egitto, in risposta agli Stati Uniti che “ allarmati dagli acquisti di armi da Paesi del blocco sovietico” da parte del paese arabo, avevano interrotto le trattative per il finanziamento della strategica diga di Assuan, aveva nazionalizzato la società che controllava il canale di Suez , ma così facendo colpiva e “arrecava danni agli interessi di Parigi e Londra” (Fonte: Andrea Muratore, Il canto del cigno degli imperi europei – Insideover). Allo stato ebraico in quel contesto si riconobbe “ il diritto di accedere, per i suoi traffici, al porto di Elat sul golfo di Aquabah”.  La via di comunicazione che portava al porto di Elat  e che era stata interdetta a Israele -  per  dovere di cronaca, è corretto ricordarlo- aveva segnato l'inizio dei contrasti tra l'Egitto e Israele. Passano poco più di dieci anni e le forze israeliane, effettuano la guerra lampo dei “Sei giorni” del giugno 1967 ( 5-10 giugno). Attraverso un potente attacco aereo, riescono ad occupare “ Gaza e il Sinai a danno dell'Egitto, la Cisgiordania e la parte araba di Gerusalemme a danno della Giordania, gli altipiani del Golan a danno della Siria” . Per porre fine al conflitto, la risoluzione del  Consiglio di sicurezza dell'ONU del 22 novembre 1967, numero 242 , fu un importante punto di riferimento  “ per tutte le successive iniziative di pace nella regione”. Sei anni dopo " Nel tentativo di riconquistare i territori perduti, il 6 ottobre 1973, Egitto e Siria sferrano un attacco, dando inizio alla quarta guerra arabo-israeliana ( detta anche guerra del Kippur)” Le risoluzioni di pace che ne seguirono, per i diversi Paesi coinvolti, si diversificano sulla base dei singoli interessi  e ”l'invasione israeliana del Libano  (1982-1985) modificarono sostanzialmente il conflitto arabo-israeliano che entrò in una nuova fase , focalizzandosi sul fronte siro-libanese e nei territori palestinesi occupati da Israele nel 1967”. (Fonte Treccani.it)


 La prima Intifada, termine che letteralmente significa scuotimento, sussulto, risale al 9 dicembre 1987. Conosciuta come Intifada delle pietre è la prima rivolta del popolo palestinese che, munito di pietre, cercò di contrastare l'esercito israeliano che occupava  quei territori a seguito della guerra dei Sei giornata. "La caratterizzarono, scioperi, dimostrazioni e azioni di disobbedienza civile. Si protrasse con alterne vicende fino al 1993".  Si contarono più di 1000 morti tra i palestinesi e un centinaio tra gli israeliani La seconda, detta anche di Aqsa, dal nome della moschea di Gerusalemme Est, dove ebbe inizio la sollevazione, avvenne il 28 settembre 2000. “La protesta, dilagata a Gaza e in Cisgiordania, si trasformò in rivolta generalizzata contro l'occupazione israeliana e per l'indipendenza della Palestina, non risparmiando l'operato  dello stesso presidente dell'ANP Y. Arafat, accusato di poca democrazia interna oltre che di arrendevolezza verso Israele.. ” si trascinò per 5 anni, fino all'8 febbraio 2005. A differenza della prima Intifada vi fu “ un largo impiego delle armi da fuoco e il ricorso ad attentati e attacchi suicidi contro obiettivi civili e militari” (Fonte Treccani. it). Il bilancio finale fu di 4700 morti, la maggior parte dei quali palestinesi. La terza,  detta dei coltelli, fu la meno violenta.  Svoltasi sul finire dell'estate del 2015, su iniziativa di alcuni giovani, improvvisatisi rivoltosi,  non trovò appoggio e si dissolse.  Dopo di allora il sanguinoso attacco del 7 ottobre 2023.

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